sabato 22 dicembre 2012

Il Natale si sente quando arriva, non so come, ma è nell'aria.
Come oggi, ultimo giorno di scuola e c'è qualcosa di diverso, nei volti delle persone, nel modo di muoversi e di comportarsi.

Ci ho pensato bene, e sono circa 7 anni che non mando la mia lettera a Babbo Natale.
Smettere di credere in lui vuol dire essere cresciuti, e crescere vuol dire capire che nessuna persona al mondo ti darà mai qualcosa senza voler niente in cambio e faticando per riuscirtela a dare.
Le persone non sono così, ma dopo 7 anni ora.. voglio tornare un po' a credere, e scrivere quella lettera che forse mi farà sentire, anche solo per un po', innocente in questo secolo di illusioni.

Caro Babbo Natale,
non voglio più una barbie, come un tempo. Ora le odio, odio la loro perfezione e la loro immobilità, quindi ecco la prima cosa che voglio.. ti prego, cambia il mio pensiero e fammi capire che non è la perfezione che devo raggiungere.
Poi, che ne dici di darmi una famiglia? Sai, quelle vere, non quelle che cadono a pezzi.
Poi qualche amico, vicino magari.
Un po' di felicità, e di autostima, vorrei evitare di pensare solo a quale balcone è più adatto a un suicidio, poi anche un po' di forza, quella che basta per andare avanti.
Poi la morte degli ignoranti, omofobici ed egoisti.
Poi un Iphone5, e magari anche la mia lettera per Hogwarts.

Sotto l'albero non troverai latte e biscotti come una volta,
ma uno di quei cerotti della Giorno e Notte dimagrenti, ne hai bisogno.

Un bacio, un abbraccio, e uno sguardo di superiorità stile 'ubbidiscimi stronzo',
la tua non più piccola Mavy.

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